Il quadrifoglio viene considerato un portafortuna non solo perché è raro trovarlo ma anche per la sua forma che ricorda una croce. L’influsso benefico di quest’erba è conosciuto da oltre 2200 anni. Dal medioevo in poi, il quadrifoglio, porta fortuna a chi lo trova o a chi lo riceve.

Le origini sulla credenza delle proprietà portafortuna del ferro di cavallo sono essenzialmente due: la forma a mezzaluna, simbolo di Iside ed il ferro con il quale viene prodotto. La mezzaluna era il simbolo di Iside ed era associato alla luna crescente, simbolo dell’aumento della forza e del suo dominio. La dea Artemide, per esempio, è rappresentata con la mezzaluna nei capelli.

Il corno portafortuna è senza dubbio il più diffuso amuleto in Italia. Le sue origini sono antichissime e risalgono addirittura ai tempi del neolitico ( 3500 A.C.) quando gli abitanti delle capanne usavano apporre fuori dall’uscio un corno come auspicio di fertilità. Specialmente in quei tempi la fertilità veniva associata alla fortuna in quanto, più un popolo era fertile, più era potente e fortunato.

La coccinella è legata nell’antichità ad una dea dell’amore e della bellezza. Le sue elitre rosse (già colore portafortuna di per se) sono segnate da diversi puntini. Se una coccinella si posa sul dorso di una mano, la fortuna è assicurata per un numero di mesi pari al numero delle sue macchie nere e predice che tra breve incasseremo denaro. La fortuna è maggiore se l’insetto si posa il tempo necessario per contare fino a 22.

La sagoma del gobbo ricorda qualcuno che è curvo sotto il peso di qualcosa che trasporta, dunque è ricco, cioè annuncia una fecondità.

In Italia il numero 13 è considerato un numero portafortuna. Il numero 13 nella smorfia napoletana è associato a Sant’ Antonio e, nel gioco della tombola, si esclama appunto 13 Sant’ Antonio quando un giocatore fa tombola. E’ poi associato anche alla Fortuna nel fare 13 a totocalcio. Il 13 è considerato portafortuna anche in Cina e Tibet dove è simbolo di prosperità.

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